L’economia digitale e lo sviluppo di nuovi modelli imprenditoriali creano nuovi problemi alle amministrazioni fiscali che, con l’attuale quadro legislativo, non sono in grado di affrontare adeguatamente la nuova realtà digitale e le frodi che ne derivano. Per affrontare questi problemi la Commissione Europea, con il documento di proposta COM(2022) 701 di modifica alla Direttiva Iva 2006/11/CE, ha individuato alcune proposte in tema di IVA tra cui: l’obbligo di fattura in formato elettronico; la certificazione delle operazioni intra-Ue con fattura elettronica e trasmissione di report digitali in tempo reale; la partita Iva unica utilizzabile in tutta l’Unione Europea; gli obblighi Iva posti in capo ai gestori di piattaforme online per la vendita di servizi di trasporto ed alloggio.
>> LEGGI GLI ARTICOLI DI LDP PER RIMANERE AGGIORNATO SULLE ULTIME NOVITÀ
Dalla lettura della relazione emerge chiaramente come le misure adottare dall’Italia, in primis l’introduzione obbligatoria della fattura elettronica, trovino riscontro e accoglimento in quello che sarà il futuro dell’Iva, anche avuto riguardo alla comunicazione dei dati delle operazioni transfrontaliere. La Commissione UE, infatti, si è posta tre obiettivi principali:
- Modernizzare gli obblighi dichiarativi ai fini IVA, introducendo il formato digitale (Digital Reporting Requirements) e uniformando le informazioni che i soggetti passivi dovranno presentare alle autorità fiscali;
- Aggiornare le norme IVA applicabili alle piattaforme di commercio elettronico per risolvere le problematiche connesse alla parità di trattamento, al luogo di prestazione applicabile a questa tipologia di transazioni e rafforzare il ruolo delle piattaforme nella riscossione dell’IVA con particolare attenzione alle locazioni a breve di alloggi e trasporto passeggeri;
- Evitare la necessità di molteplici registrazioni IVA nei Paesi membri UE, migliorare il funzionamento dello strumento attuato per dichiarare e pagare l’IVA dovuta sulle vendite a distanza di beni, introducendo la registrazione IVA unica.
Questi ambiziosi obiettivi saranno accompagnati, a partire dal 1° gennaio 2024, dall’introduzione di particolari misure e nuovi strumenti digitali necessari alla modernizzazione del quadro normativo IVA, tra cui:
Partita Iva unica. Per evitare la necessità di registrazioni Iva multiple nell’Ue e migliorare le dichiarazioni e il versamento dell’imposta dovuta sulle vendite a distanza di beni, viene introdotta la Partita Iva unica. Gli Stati membri dovranno accettare l’applicazione del meccanismo dell’inversione contabile nel caso in cui un fornitore non stabilito nello Stato membro in cui l’Iva è dovuta, effettua cessioni di beni a un soggetto identificato ai fini IVA in tale Stato membro. In questo modo, il fornitore non identificato non sarà obbligato a registrarsi in quello Stato membro.
Fattura elettronica. L’articolo 217 della direttiva Iva conterrà una nuova definizione di fattura elettronica europea quale documento basato su un formato strutturato. Con la stessa decorrenza, gli Stati membri potranno imporre l’utilizzo esclusivo della fattura elettronica senza necessità di richiedere alcuna autorizzazione preventiva all’Unione e, in tale caso, dovrà essere utilizzato in via esclusiva il formato UBL o CII. Per i Paesi che hanno già in essere un sistema di fatturazione elettronica, tra cui l’Italia con il tracciato xml, l’adeguamento al formato UBL o CII dovrà essere realizzato al massimo entro il 31 dicembre 2027 per essere operativo in via esclusiva dal 1° gennaio 2028.
Operazioni intra-Ue. Le frodi Iva derivanti dagli scambi intracomunitari verranno contrastate attraverso l’introduzione di un sistema di rendicontazione che, transazione per transazione, fornirà quasi in tempo reale agli Stati membri le relative informazioni. A differenza degli elenchi Intrastat, destinati a non essere più trasmessi dal 1° gennaio 2028, il sistema di rendicontazione non fornirà solamente dati aggregati per ciascun soggetto passivo, ma quelli relativi alle singole operazioni permettendo così di incrociare i dati delle cessioni con quelli degli acquisti. Con questa finalità viene indicato anche un modello comune che i dichiaranti dovranno seguire consentendo ai soggetti passivi di comunicare sempre i dati delle fatture elettroniche emesse secondo lo standard europeo stabilito dalla Direttiva 2014/55/UE sulla fatturazione elettronica negli appalti pubblici, e quindi nei formati UBL e CII. Allo stesso tempo, ciò determinerà l’uso della fatturazione elettronica per le transazioni transfrontaliere, considerando anche che entro due giorni lavorativi dall’ effettuazione dell’operazione, la stessa dovrà essere emessa e i relativi dati inviati nei successivi due giorni.
L’entità delle transazioni transfrontaliere di beni e servizi che coinvolgono i Paesi membri della UE richiede sempre più una soluzione coordinata delle tematiche IVA a livello Europeo che garantisca allo stesso tempo il corretto funzionamento del mercato unico, la riduzione dei costi degli adempimenti di compliance per le imprese e tuteli gli interessi degli Stati membri combattendo le frodi IVA garantendo così uguaglianza e neutralità tributaria.