Possibilità di imporre l’obbligo di fattura elettronica nei Paesi Ue dal 14 Aprile
La pubblicazione del pacchetto Vida (Vat in the digital age) segna un’importante evoluzione nel quadro normativo dell’Unione Europea riguardo alla fatturazione elettronica. Con l’entrata in vigore di misure differenziate a partire dal 14 aprile 2025, gli Stati membri avranno la facoltà di introdurre obblighi di fatturazione elettronica domestica esclusivamente per i soggetti passivi stabiliti nel loro territorio, escludendo i contribuenti identificati solo ai fini Iva. La Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ha pubblicato il 25 marzo 2025 tre provvedimenti, tra cui la direttiva UE n. 516, i regolamenti del Consiglio 517 e 518, che modificano rispettivamente la direttiva Iva e regolamenti precedenti in materia di cooperazione amministrativa e disposizioni di applicazione.
Novità
A partire dal 14 aprile 2025, gli Stati membri potranno applicare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative previste dalla direttiva 516 sulla fatturazione elettronica. Queste nuove misure consentiranno agli Stati di attuare l’obbligo di utilizzo della fatturazione elettronica per le transazioni nazionali senza dover richiedere l’approvazione preventiva della Commissione europea. Tuttavia, non saranno comprese
- le cessioni intracomunitarie di beni;
- le cessioni nazionali di beni effettuate nell’ambito di una transazione triangolare;
- le prestazioni di servizi rese a uno Stato membro in cui il fornitore non è stabilito e per le quali il destinatario è tenuto al pagamento dell’imposta.
Il nuovo paragrafo 2 dell’articolo 218 offre agli Stati membri la possibilità di obbligare i soggetti passivi stabiliti nel loro territorio a emettere fatture elettroniche per le operazioni svolte. È importante notare che, come indicato nel working paper n. 1102 del Comitato Iva della Commissione europea dell’11 marzo 2025, l’obbligo di emissione e ricezione riguarderà solo i soggetti stabiliti, non quelli identificati che non hanno una stabile organizzazione. Gli Stati membri possono comunque richiedere ai soggetti passivi identificati di comunicare i dati delle loro transazioni, dando la possibilità di farlo anche tramite fatturazione elettronica. Non è previsto alcun divieto per l’adesione volontaria a sistemi di fattura elettronica per i soggetti identificati, soprattutto in vista dell’ulteriore cambiamento atteso dal 1° luglio 2030, quando entrerà in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica per tutte le operazioni intra-unionali e sarà introdotto un nuovo documento di rendicontazione digitale (Drr) al posto dei modelli Intrastat. Attualmente, l’Italia ha già adottato disposizioni in linea con queste normative, limitando l’obbligo ai soggetti stabiliti e residenti, mentre è necessario monitorare come altri Stati membri gestiranno l’obbligo.
Conclusioni
In sintesi, il pacchetto Vida rappresenta un passo significativo verso l’armonizzazione della fatturazione elettronica all’interno dell’Unione Europea, offrendo agli Stati membri strumenti per migliorare la compliance fiscale e la trasparenza. La distinzione tra soggetti passivi stabiliti e identificati avrà un impatto importante nell’applicazione pratica di queste norme. La possibilità di adesione volontaria per i soggetti identificati potrebbe incoraggiare una transition verso sistemi digitalizzati prima dell’introduzione degli obblighi dal 1° luglio 2030. Sarà fondamentale per tutti i contribuenti e le autorità fiscali adattarsi a queste nuove regole, monitorando attentamente le attuazioni a livello nazionale. Si consiglia, pertanto, di verificare con gli eventuali interlocutori esteri l’introduzione di novità in tal senso, al fine di adeguare il processo di fatturazione. In particolare, per capire quali informazioni aggiuntivi saranno necessarie.