Il decreto “Sostegni-bis” rinvia nuovamente l’imposta sui manufatti in plastica con singolo impiego (c.d. “Plastic Tax”), posticipando di fatto la decorrenza al 1° gennaio 2022.
Ricordiamo che la “Plastic Tax” andrà a colpire i manufatti di materie plastiche o polimeri organici sintetici a singolo impiego (MACSI) che hanno o sono destinati ad avere funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti alimentari. La tassa, del valore fisso di 0,45 € per ogni Kg di prodotti MACSI venduto, graverà sulle aziende produttrici, sull’eventuale importatore e, ovviamente, sull’acquirente.
L’Agenzia delle Dogane, nel mese di febbraio 2021, aveva pubblicato la bozza di determinazione direttoriale attuativa dell’imposta dando un’anticipazione di alcuni aspetti fondamentali, tra i quali il campo di applicazione dell’imposta, gli adempimenti dei soggetti obbligati, il contenuto della dichiarazione trimestrale, le informazioni aggiuntive da indicare nelle fatture relative agli acquisti e cessioni dei MACSI e le modalità di rimborso. La scelta legislativa di posticipare ulteriormente l’efficacia delle disposizioni relative all’imposta, non essendo peraltro da escludere una nuova revisione del tributo, è ragionevole in quanto sono rimaste aperte molteplici questioni interpretative e applicative, che non consentono agli operatori una completa cognizione di tutte le possibili ricadute del nuovo tributo che, vista la complessità, non saranno solo fiscali, ma che molto probabilmente influenzeranno i modelli di business delle imprese, che dovranno sempre più orientarsi verso modelli di sviluppo sostenibile.
Sul tema è, tra l’altro, da segnalare che la strategia dell’UE introdotta con la cosiddetta “Agenda 2030” per lo sviluppo sostenibile, che riguarda le tre dimensioni della sostenibilità (ESG – governance economica, sociale e ambientale) e individua i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals), ha tra gli obiettivi principali la protezione dell’ambiente dall’inquinamento plastico, incentivando gli Stati Membri ad adottare modelli di consumo e di produzione che riducano l’incidenza della plastica sull’ambiente (direttiva 2019/904/Ue). L’adozione di tale strategia è finalizzata a proteggere il pianeta e i cittadini ma soprattutto a responsabilizzare le imprese, con il precipuo intento di modificare il modo in cui i prodotti sono progettati, realizzati, utilizzati e riciclati, creando nuove opportunità di business.
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Questo nuovo paradigma imprenditoriale che integra la responsabilità sociale allo scopo lucrativo tipico dell’attività d’impresa ha sancito il passaggio dalla shareholder economy alla stakeholder economy, che ha trovato un corrispondente modello giuridico italiano nelle Società Benefit, introdotte nel nostro ordinamento dalla Legge n. 208/2015 che le identifica come quelle società che “perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse”.
In realtà la Società Benefit incarna un’evoluzione sostanziale della responsabilità sociale d’impresa (CSR, Corporate Social Responsibility) più che una nuova forma societaria, dato che tutte le tipologie di società (individuate nel libro V, titolo V e VI del Codice Civile) possono trasformarsi, o costituirsi, in società for-benefit e perseguire contemporaneamente sia obiettivi profit che obiettivi non profit.
L’adozione di questo modello societario e pertanto la formalizzazione del beneficio comune all’interno dello statuto permettono alla governance di: identificare gli obiettivi da perseguire; individuare i beneficiari da raggiungere; stabilire le azioni che concretamente si intendono perseguire; verificare le azioni intraprese e misurare il raggiungimento degli obiettivi prefissati dandone informativa nella relazione annuale predisposta dagli .
La Società Benefit improntata ai principi di accountability, ossia di misurazione e rendicontazione dell’impatto generato, commitment e disclosure rappresenta un efficace strumento per accrescere il prestigio o l’immagine dell’impresa, per sviluppare nuovi modelli di business sostenibili e di conseguenza per creare nuove opportunità di sviluppo.