Gli effetti dell’inflazione sulla spesa e sulla psiche dei consumatori sono ben noti. Si discute spesso delle difficoltà che ciascuna di esse provoca nella vita di tutti i giorni. L’inflazione ha influenzato, infatti, qualsiasi bene della vita quotidiana delle persone, dal costo dei trasporti a quello degli alimenti e degli alloggi e di, conseguenza, sulle abitudini. Meno discusso è invece il modo in cui l’attuale periodo inflazionistico si ripercuote sui piccoli, medi e grandi imprenditori e sulle loro aziende.
Calcolato annualmente, il tasso di inflazione riflette la percentuale media di aumento del prezzo di uno specifico paniere di beni e servizi acquistati nei diversi Paesi del mondo. La Federal Reserve negli Stati Uniti o la Banca Centrale in Europa utilizza il tasso di inflazione come indicatore chiave della crescita e della stabilità economica.
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Andamento inflazione
Il 2022 è stato caratterizzato da un forte incremento dell’inflazione, mai verificatosi negli ultimi 20 anni a livello nazionale, europeo e mondiale. Il tasso dell’inflazione (Fonte: IMF, International Monetary Fund) ha raggiunto in Europa un valore pari al 9,2%, l’Italia l’8,7%, gli Stati Uniti l’8,1% e l’8,8% a livello mondiale.
L’impatto dell’inflazione nell’ambito della business valuation
Sono tre i driver che incidono sul valore di un’azienda: a) il flusso di cassa, b) la crescita (o “g”) e c) il rischio. Dunque:
valore = flusso di cassa*(1+g)/rischio
Per misurare l’impatto dell’inflazione sulla valutazione aziendale, dobbiamo analizzare l’impatto dell’inflazione su questi tre driver fondamentali. E’ bene anticipare, tuttavia, che la storia ci insegna che l’impatto sul valore ha rilevanza qualora l’inflazione sia allo stesso tempo elevata e persistente e non solo elevata ma di breve durata.
- L’impatto dell’inflazione sui flussi di cassa
Il flusso di cassa rappresenta il parametro principale dei benefici economici. In che modo l’inflazione influisce sul flusso di cassa? La regola generale è che quando l’inflazione è alta, le aziende aumentano i prezzi ai consumatori la cui reazione si rispecchia in un calo della domanda. La riduzione della spesa da parte dei consumatori ha un effetto diretto sui ricavi e sui profitti di un’azienda. Poiché il flusso di cassa è il risultato diretto del reddito o degli utili, è logico che un’inflazione elevata abbia un effetto negativo sul flusso di cassa. Di conseguenza, è lecito supporre che anche il valore dell’azienda diminuirà. McKinsey (multinazionale di consulenza strategica), infatti, ritiene che l’inflazione riduca il valore reale dei flussi di cassa che le aziende sono in grado di generare perché non possono incrementare i prezzi (senza ridurre le vendite) alla stessa velocità con cui crescono i costi, operativi e finanziari.
- L’impatto dell’inflazione sulla crescita (g)
Quando si valuta se investire o acquistare quote/azioni di un’azienda, uno dei fattori più importanti che gli investitori considerano è il tasso di crescita sostenibile dell’azienda. Data la natura prospettica della valutazione, conoscere le prospettive di sviluppo a lungo termine dell’azienda è essenziale per qualsiasi soggetto interessato. L’inflazione elevata frena il potenziale di espansione dell’impresa, poiché aumenta le spese dirette e indirette.
Gli effetti combinati della crescita lenta e delle vendite ridotte erodono il valore dell’azienda.
- L’impatto dell’inflazione sul rischio (tasso di sconto)
Il costo del capitale, spesso noto come tasso di sconto, è il terzo driver ed anche quello più “sensibile” che può influenzare il valore di un’azienda. Metodi come il Capital Assets Pricing Method (CAPM) e il Weighted Average Cost of Capital (WACC) sono esempi di alcuni approcci che possono essere utilizzati nella valutazione aziendale per calcolare il tasso di sconto.
L’aumento del tasso privo di rischio (risk free), ovvero il tasso di rendimento privo di rischio in un orizzonte temporale di lungo periodo (nella maggior parte dei casi per le valutazioni si preferisce un Bond a 10Y in quanto i) sufficientemente esteso per ridurre gli effetti della volatilità di breve periodo e ii) riflette meglio la durata di un ciclo economico) così come l’aumento del costo del capitale proprio e del costo del debito, sono i casi in cui l’inflazione può avere un effetto sul tasso di sconto.
Questi tassi tendono a salire ogni volta che aumenta l’inflazione e, di conseguenza, aumenta anche il costo per ottenere fondi. Il profilo di rischio dell’azienda aumenta e la rende poco attraente per gli investitori.
Quando il tasso di sconto è maggiore, il valore dell’azienda subisce un impatto negativo, il che significa che il valore dell’azienda si riduce. Il valore di un’attività economica, infatti, è pari al valore dei flussi di cassa che essa sarà in grado di generare nel futuro, scontati (ad oggi) ad un tasso rappresentativo del costo per il rischio e per il trascorrere del tempo; maggiore è il costo (reale) del capitale, minore sarà il valore attuale di questi flussi di cassa e, di conseguenza, anche il valore dell’attività che si sta valutando.
Conclusioni
In caso di inflazione, i guadagni effettivi di un’azienda diminuiscono, poiché con un euro si può acquistare una quantità inferiore di prodotti e servizi. In altre parole, l’inflazione rappresenta una tassa nascosta.
Si specifica, tuttavia, che fintantoché l’economia sarà in grado di fronteggiare l’aumento dei tassi e l’inflazione non si dimostrerà persistente, non vi saranno rilevanti risvolti negativi sul valore delle attività economiche. Dunque, monitorare costantemente l’andamento inflazionistico ad oggi fortemente instabile (e da aggiungere anche quello dei tassi “risk free”) e dell’economia globale, rappresenta un fattore dominante per una corretta valutazione d’azienda.