Nel mese di Aprile 2021 la Commissione Europea ha rilasciato una proposta di Direttiva che intende modificare le Direttive ed i Regolamenti attualmente vigenti in tema di comunicazione societaria sulla sostenibilità ed equiparare, nel tempo, la rendicontazione sulla sostenibilità allo stesso livello di quella più strettamente finanziaria.
La proposta mira a introdurre norme comuni in materia di informativa societaria che impongano alle imprese di comunicare i dati e le informazioni relative alla sostenibilità con modalità standardizzate e comparabili. L’armonizzazione a livello europeo delle regole di rendicontazione sulla sostenibilità contribuirà ad accrescere la trasparenza nei confronti degli investitori e dei diversi stakeholders, migliorerà in maniera radicale le modalità con cui le informazioni sulla sostenibilità saranno comunicate e utilizzate grazie alle tecnologie digitali, ma permetterà anche di garantire l’efficace attuazione del Green Deal europeo e del piano d’azione sulla finanza sostenibile.
L’intervento proposto dalla Commissione risponde alle criticità emerse dall’applicazione dell’attuale sistema di rendicontazione delle informazioni non finanziarie dettato dalla Direttiva (UE) 2014/95 (NFRD – Non Financial Reporting Directive), recepita in Italia con il d.lgs. 254/2016. Infatti l’attuale Direttiva, che ha comunque avuto il pregio di contribuire a una trasformazione culturale dei modelli di corporate governance, introducendo i fattori ESG (Environment, Social and Governance) in molte aree dell’attività aziendale, ha però messo in evidenza un carente grado di comparabilità e affidabilità delle informazioni disponibili, non permettendo agli investitori e alle parti interessate di confrontare le prestazioni delle diverse organizzazioni.
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Ciò detto, rispetto agli obblighi di informativa sulla sostenibilità di cui alla direttiva NFRD, la presente proposta introduce alcune novità, in particolare:
- estende la portata degli obblighi di informativa ad altre imprese, comprese tutte le imprese di grandi dimensioni e le imprese quotate;
- impone l’obbligo di certificazione delle informazioni sulla sostenibilità;
- specifica in maggior dettaglio le informazioni che le imprese dovrebbero comunicare e impone loro di comunicarle nel rispetto di principi obbligatori dell’UE in materia di informativa sulla sostenibilità;
- prevede che tutte le informazioni siano pubblicate nell’ambito delle relazioni sulla gestione redatte dalle imprese e siano divulgate in un formato digitale leggibile da un dispositivo automatico.
In particolare, la Commissione propone di ampliare l’ambito di applicazione soggettivo della NFRD, ad oggi limitato agli enti di interesse pubblico (nonché i gruppi) che superano il criterio del numero medio di 500 dipendenti durante l’esercizio, estendendo gli obblighi di rendicontazione a tutte le società di grandi dimensione (quotate e non quotate) e a tutte le PMI quotate (con eccezione delle microimprese). Gli emendamenti proposti, pertanto, eliminano la soglia dei 500 dipendenti ed estendono l’ambito di applicazione soggettiva dell’obbligo di rendicontazione non finanziaria alle grandi imprese non , indipendentemente dalla loro forma giuridica, oltre che a tutte le imprese che sono imprese madri di gruppi di grandi dimensioni.
In secondo luogo, la proposta della Commissione prevede l’adozione di standard obbligatori di rendicontazione, sviluppati a partire dalle indicazioni fornite dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG); nello specifico, per rispondere alle esigenze di comparabilità e affidabilità dei dati è richiesto che le informazioni siano redatte in un unico formato elettronico, contribuendo così alla creazione di una piattaforma di accesso digitale per la pubblicazione delle informazioni finanziarie e di sostenibilità delle imprese.
Infine, al fine di rendere più dettagliata la rendicontazione non finanziaria e includervi le informazioni relative alla sostenibilità, i soggetti destinatari dell’obbligo dovranno dare atto degli impatti dell’impresa sulle questioni di sostenibilità, ovvero con riferimento ai fattori ambientali, sociali e di governance (ESG), includendo nella relazione sulla gestione, “le informazioni necessarie per comprendere l’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità e le informazioni necessarie per comprendere in che modo le questioni relative alla sostenibilità influiscono sullo sviluppo, le prestazioni e la posizione dell’impresa”. Peraltro, il processo di rendicontazione deve tenere conto degli orizzonti a breve, medio e lungo termine, in coerenza con la risoluzione del Parlamento Europeo del 17/12/2020 sul Governo societario sostenibile (SCGI – Commision’s Sustainable Corporate Governance Initiative) che incoraggia le imprese e i loro amministratori ad allontanarsi dal processo decisionale a breve termine in favore di una visione a lungo termine.
Gli Stati membri sono chiamati a recepire la proposta di Direttiva– che, peraltro, deve ancora passare il vaglio del Parlamento europeo – entro il 1° dicembre 2022, in modo che le disposizioni in essa contenute siano applicabili agli esercizi commerciali a partire dal 1° gennaio 2023.