La legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022) all’art. 1, comma 63 dispone, per i premi di produttività erogati nell’anno corrente ai lavoratori dipendenti del settore privato, una riduzione dell’aliquota sostitutiva dell’Irpef.
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L’intento del legislatore è stato quello di inserire tale modifica all’interno di un pacchetto di misure finalizzate a ridurre la pressione fiscale, ovvero il taglio del cuneo fiscale sulle buste paga dei lavoratori dipendenti.
Definizione premi di produzione
I premi di produzione sono dei compensi aggiuntivi che si vanno a sommare alla retribuzione base dei lavoratori dipendenti; l’ammontare di tali premi ed i criteri per l’erogazione variano da azienda ad azienda.
Essi sono nati alla fine degli anni 70 con l’obiettivo di coinvolgere maggiormente i lavoratori nell’aumento della produttività aziendale, dotando tali compensi di una finalità prettamente incentivante. Oggigiorno, vengono stabiliti grazie all’intervento della contrattazione aziendale o territoriale di cui all’art.51 del D.lgs. 81/2015, le cui indicazioni assumono un ruolo fondamentale nell’applicazione dei benefici, infatti, possono essere erogati a tutti i dipendenti o solo ad alcuni di essi, possono essere legati al raggiungimento di prestazioni e obiettivi prefissati oppure in maniera svincolata da tutto ciò e dunque senza tener conto di un obiettivo tecnico stabilito.
Infatti, il contratto di secondo livello (contrattazione aziendale e/o territoriale) deve essere:
- sottoscritto con un anticipo ragionevole e comunque in un momento in cui era incerto il raggiungimento dell’incrementalità dei parametri prescelti rispetto al periodo preso a confronto;
- depositato telematicamente entro 30 giorni dalla sottoscrizione, unitamente alla dichiarazione di conformità dello stesso alle disposizioni contenute nel decreto del Ministro del Lavoro emanato il 25 marzo 2016.
Novità 2023
L’impianto normativo trae origine dall’art. 1, commi 182-190 della legge di Stabilità 2016 (l. n. 208/2015) che ha annunciato particolari agevolazioni fiscali relativamente alle retribuzioni premiali, consistenti nell’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali del 10%, prevedendo anche la possibilità, in base alle preferenze dei lavoratori, di richiedere tale ammontare del premio sotto forma di beni e servizi welfare.
Importanti novità sono state introdotte all’interno della legge di Bilancio 2023 (l. n. 197/2022), infatti possiamo notare come il comma 63 abbia previsto l’applicazione di una riduzione dal 10% al 5% dell’imposta sostitutiva all’Irpef e alle addizionali regionali e comunali sulle somme erogate sotto forma di premi di produttività di cui all’art. 1, c. 182, L. n. 208/2015.
Si tratta di una misura in vigore solo ed esclusivamente per l’anno 2023 e con la chiara intenzione di ridurre il cuneo fiscale a favore dei lavoratori qualora la somma sia erogata a seguito di accordi aziendali e territoriali con i quali si prevedono incrementi di produttività, redditività, qualità e innovazione dei processi aziendali. A differenza della nuova percentuale applicabile, resta invece confermato il limite massimo delle somme ammesse ad agevolazione fiscale (€ 3.000 annui), ma dando sempre la possibilità e facoltà di scelta al lavoratore di convertire in tutto o in parte l’ammontare del premio ammesso a detassazione in beni e servizi di welfare aziendale. L’agevolazione è stata ideata solo ed esclusivamente:
- lavoratori del settore privato;
- titolari di reddito di lavoro dipendente;
- lavoratori dipendenti del settore privato con reddito totale non eccedente il valore complessivo di €80.000 annui.
L’importo complessivo di € 80.000 deve essere calcolato tenendo conto dei redditi di lavoro dipendente percepiti nell’anno precedente a quello di applicazione dell’agevolazione, comprendendo anche eventuali pensioni di ogni genere; vanno esclusi dal calcolo i redditi di lavoro assoggettati a tassazione separata.
Restano invece escluse le Amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1, comma 2, D.lgs.
L’agevolazione consistente nell’imposta sostitutiva al 5% per il 2023, si applica ai premi di produttività/risultato la cui erogazione sia legata a incrementi di:
- produttività
- redditività;
- qualità;
- efficienza;
- innovazione.
Dunque, al fine di poter usufruire del beneficio fiscale risulta essere di fondamentale importanza stabilire nell’arco di un periodo definito nell’accordo aziendale e/o territoriale, se sia stato effettivamente realizzato un incremento di almeno uno degli obiettivi sopraindicati dalla norma e che tale incremento possa essere misurato attraverso degli indicatori numerici/statistici.
Conclusioni
Sembra abbastanza chiara l’intenzione del legislatore di voler incentivare le aziende ad optare maggiormente per erogazioni economiche legate ad obiettivi sfidanti di miglioramento delle prestazioni, che possono essere considerate come una parte della retribuzione premiale che incentiva ed aumenta la produttività.
Si auspica che questo incentivo non sia che un punto di partenza che possa permettere al lavoratore di essere considerato parte fondamentale del successo aziendale, ed inoltre che passi il messaggio che l’impegno profuso al fine di migliorare le performance (personali oltre che aziendali) venga detassato.