L’aumento gratuito nelle società di capitali
Nelle società di capitali è prevista la possibilità di aumento di capitale imputando ad esso le riserve e gli altri fondi iscritti in bilancio in quanto disponibili; in tale caso la quota di partecipazione di ciascun socio resta immutata.
É previsto (nella s.p.a.) che le azioni di nuova emissione debbano avere le stesse caratteristiche di quelle già in circolazione ed essere assegnate gratuitamente agli azionisti in proporzione a quelle già possedute, salva la possibilità di aumentare il valore di quelle già in circolazione (quest’ultima è l’unica modalità consentita, con riferimento alle quote, per l’aumento gratuito nella s.r.l.).
Presupposti per l’aumento di capitale gratuito
Ai fini dell’aumento gratuito possono essere utilizzate le “riserve e gli altri fondi iscritti in bilancio” in quanto disponibili: tali concetti sono stati oggetto di analisi da parte della dottrina e della giurisprudenza nel corso del tempo ed è quindi necessario operare una valutazione caso per caso.
Si ritengono, ad ogni modo, disponibili, tra le altre, le seguenti poste di bilancio:
- Riserva legale: nonostante, infatti, in passato si tendesse a non considerarla (in tutto o almeno in parte) utilizzabile ai fini in oggetto, un più recente orientamento (che ormai può considerarsi consolidato, anche in forza della massima del Consiglio notarile del Triveneto H.G.32) ritiene che anche l’intero importo della riserva legale possa essere utilizzato;
- Finanziamenti dei soci: utilizzabili se il socio che li abbia effettuati rinuncia al proprio diritto di credito nei confronti della società;
- Riserva versamenti soci in conto capitale;
- Riserva da sovrapprezzo azioni;
- Riserva da rivalutazione:
- Riserva da fusione;
- Ulteriori riserve che non siano indisponibili, tra cui tutte le riserva facoltative.
Tra le riserve indisponibili ai fini in oggetto segnaliamo, tra le altre, i) la riserva azioni proprie (che costituisce un necessario “bilanciamento” del valore delle azioni proprie in circolazione e pertanto non può essere utilizzata per l’aumento gratuito), ii) i versamenti in conto futuro aumento di capitale (dato che essi possono essere correttamente utilizzati soltanto per l’aumento a pagamento e costituiscono, quindi, dei “conferimenti anticipati” a tal fine), iii) nonché la riserva da fair value.
Si discute se siano utilizzabili i c.d. “utili di periodo”, ossia “risultanze extraesercizio” non ancora “cristallizzate” in un bilancio in senso proprio (o in documento ad esso assimilabile). Per un orientamento – autorevolmente sostenuto dal Consiglio notarile del Triveneto – gli utili di periodo non potrebbero essere utilizzati, mentre per altra tesi (ed anche a parere di chi scrive) anche gli utili di periodo, con determinate modalità, potrebbero essere impiegati ai fini dell’aumento gratuito.
L’aumento gratuito non può essere realizzato se la società ha riportato perdite sul capitale e deve essere deliberato in assemblea (da svolgersi anche soltanto in videoconferenza: si veda precedente articolo sul punto) secondo le maggioranze previste a livello statutario.
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L’aumento di capitale non proporzionale: fattibilità e orientamenti
Come anticipato, di base l’aumento gratuito deve consentire ai soci di poter mantenere immutato il loro “peso” all’interno della società: è comunque possibile che i soci si accordino nel senso di attribuire una maggior quota dell’importo derivante dall’aumento ad imputazione della partecipazione di uno o più soci (realizzando quindi un aumento gratuito non proporzionale): tale delibera (del tutto ammissibile) deve essere presa inderogabilmente all’unanimità.
Conclusioni
Alla luce di quanto sommariamente visto, l’aumento gratuito di capitale può costituire un valido strumento di capitalizzazione della società laddove i soci non possano o non abbiano interesse ad effettuare nuovi versamenti: nonostante il mancato apporto di risorse da parte dei soci, infatti, la società può sfruttare quelle disponibili al suo interno (fondi e riserve in quanto disponibili).
L’aumento gratuito può essere anche non proporzionale (se deliberato all’unanimità), rappresentando una modalità “premiale” per determinati soci (soprattutto quelli che siano anche parte del management) che si siano particolarmente distinti nell’ambito della società, ai quali gli altri soci riconoscano il diritto ad aumentare la propria quota proporzionale di partecipazione al capitale (e quindi, di regola, salvo diversa indicazione statutaria, anche nella partecipazione agli utili).